LA FERROVIA tratto dal libro "I Bocase una famiglia veneta"
Come una delle tante altre regioni incorporate nella Monarchia degli Asburgo, anche nel Lombardo-Veneto, con l’intensificarsi delle relazioni industriali e commerciali, si vide la necessità di costruire una linea ferroviaria che facilitasse il collegamento con gli stati dell’Europa occidentale. Si cominciò a parlare di quest’opera il 2 settembre 1835 nella Camera di Commercio di Venezia, dove venne preso in esame una domanda presentata dall’ingegnere Francesco Varè e dal commerciante Sebastiano Wagner, atta a costituire una società con il proposito di costruire una strada ferrata tra Venezia e Milano.
Seguiamo ora le tappe più importanti che portarono alla realizzazione di questa importantissima opera che, visto la sua vicinanza, tanto avrà a che fare anche con la storia dei Bocase.
Tra i vari progetti per la realizzazione della Imperial-Reggia Privilegiata Strada Ferroviaria Ferdinandea Lombardo-Veneta, venne scelto quello dell’ingegnere Giovanni Milani, nativo di Venezia ma residente a Verona; era il 19 aprile 1836. Non mancarono le critiche al progetto, specialmente da parte degli azionisti; una delle loro preoccupazioni era la realizzazione dei ponti, specialmente l’attraversamento di un torrente che noi abbiamo già conosciuto: il Guà o Agno. Infatti era ben noto agli ingegneri dello Stato per le sue rovinose piene.
Il 4 aprile 1843, venne appaltata la tratta Padova-Vicenza che prevedeva tra l’altro la costruzione dei ponti sul Brentella, Ceresone Vecchio e Nuovo, Tesina, Bacchiglione e Rettone. Dovevano essere attraversate inoltre 80 strade tra pubbliche e private. Sulla tratta vennero costruiti 22 caselli in muratura con tre vani; cucina, saletta e stanza da letto. Uno di questi era anche a Ronchi. Vi prendeva servizio il casellante, di solito una persona che aveva prestato servizio nell’esercito, che doveva effettuare la chiusura e l’apertura delle sbarre al passaggio dei treni a vapore sulla Stradona di Cazzano. Mentre le sbarre di via Ronchi di Campanile, visto il poco passaggio, rimanevano sempre chiuse; venivano aperte solo per il transito di qualche carro agricolo. Il costo totale della Padova-Vicenza fu di lire Austriache 4.129.463.
Il 4 gennaio 1846, il pubblico pagante prese posto sulle carrozze alla stazione di Santa Lucia a Venezia, destinazione Vicenza. Le stazioni dove per la prima volta si sarebbe fermato il treno erano: Venezia S.L., Mestre, Mirano, Dolo, Ponte di Brenta, Padova, Poiana e Vicenza. Il 5 gennaio 1846 la Gazzetta Privilegiata di Venezia annunciava lo storico avvenimento del giorno prima:
“STRADA FERRATA FERDINANDEA – corsa di prova sul Ponte della Laguna e sulla Strada da Padova a Vicenza.
Venezia, la città delle meraviglie, ne conta una di più. Il Gran Ponte sulla Laguna sorge intero e compiuto miracolosamente dalle onde. La corsa fu favorita dalla più bella e serena giornata. Per tutto il non breve tratto da Padova a Vicenza, per tutta quella ricca ed amena campagna rallegrata dal più vago orizzonte, dalla vista ognor varia e ognor pittoresca degli Euganei, de’ Berici colli e delle Alpi lontane, per tutto, curiose e festanti accorrevan le genti a salutare il passaggio de que’ carri veramente trionfali. Si poterono ammirare le opere grandiose, i tre gran ponti a tre luci sulla Bretella, il Tesina e il Bacchiglione. Presso la città di Vicenza, la Strada si toglie al guardo del sole ed entra alle falde del Colle Berico sotto la volta d’una galleria lunga 55 metri ed appena indi uscita s’avvolge in una seconda di ben metri 90, passando di sotto al Giardino Carcano e alla salita del Santuario. Men che due ore bastarono a congiungere la gran Piazza San Marco al Campo Marzio; il magnifico Tempio della Salute al religioso Santuario della Vergine. Ad unire la città de’ Dogi, regina, colla leggiadra vassalla, la città del Palladio.”
Seguiamo ora le tappe più importanti che portarono alla realizzazione di questa importantissima opera che, visto la sua vicinanza, tanto avrà a che fare anche con la storia dei Bocase.
Tra i vari progetti per la realizzazione della Imperial-Reggia Privilegiata Strada Ferroviaria Ferdinandea Lombardo-Veneta, venne scelto quello dell’ingegnere Giovanni Milani, nativo di Venezia ma residente a Verona; era il 19 aprile 1836. Non mancarono le critiche al progetto, specialmente da parte degli azionisti; una delle loro preoccupazioni era la realizzazione dei ponti, specialmente l’attraversamento di un torrente che noi abbiamo già conosciuto: il Guà o Agno. Infatti era ben noto agli ingegneri dello Stato per le sue rovinose piene.
Il 4 aprile 1843, venne appaltata la tratta Padova-Vicenza che prevedeva tra l’altro la costruzione dei ponti sul Brentella, Ceresone Vecchio e Nuovo, Tesina, Bacchiglione e Rettone. Dovevano essere attraversate inoltre 80 strade tra pubbliche e private. Sulla tratta vennero costruiti 22 caselli in muratura con tre vani; cucina, saletta e stanza da letto. Uno di questi era anche a Ronchi. Vi prendeva servizio il casellante, di solito una persona che aveva prestato servizio nell’esercito, che doveva effettuare la chiusura e l’apertura delle sbarre al passaggio dei treni a vapore sulla Stradona di Cazzano. Mentre le sbarre di via Ronchi di Campanile, visto il poco passaggio, rimanevano sempre chiuse; venivano aperte solo per il transito di qualche carro agricolo. Il costo totale della Padova-Vicenza fu di lire Austriache 4.129.463.
Il 4 gennaio 1846, il pubblico pagante prese posto sulle carrozze alla stazione di Santa Lucia a Venezia, destinazione Vicenza. Le stazioni dove per la prima volta si sarebbe fermato il treno erano: Venezia S.L., Mestre, Mirano, Dolo, Ponte di Brenta, Padova, Poiana e Vicenza. Il 5 gennaio 1846 la Gazzetta Privilegiata di Venezia annunciava lo storico avvenimento del giorno prima:
“STRADA FERRATA FERDINANDEA – corsa di prova sul Ponte della Laguna e sulla Strada da Padova a Vicenza.
Venezia, la città delle meraviglie, ne conta una di più. Il Gran Ponte sulla Laguna sorge intero e compiuto miracolosamente dalle onde. La corsa fu favorita dalla più bella e serena giornata. Per tutto il non breve tratto da Padova a Vicenza, per tutta quella ricca ed amena campagna rallegrata dal più vago orizzonte, dalla vista ognor varia e ognor pittoresca degli Euganei, de’ Berici colli e delle Alpi lontane, per tutto, curiose e festanti accorrevan le genti a salutare il passaggio de que’ carri veramente trionfali. Si poterono ammirare le opere grandiose, i tre gran ponti a tre luci sulla Bretella, il Tesina e il Bacchiglione. Presso la città di Vicenza, la Strada si toglie al guardo del sole ed entra alle falde del Colle Berico sotto la volta d’una galleria lunga 55 metri ed appena indi uscita s’avvolge in una seconda di ben metri 90, passando di sotto al Giardino Carcano e alla salita del Santuario. Men che due ore bastarono a congiungere la gran Piazza San Marco al Campo Marzio; il magnifico Tempio della Salute al religioso Santuario della Vergine. Ad unire la città de’ Dogi, regina, colla leggiadra vassalla, la città del Palladio.”